domenica 24 gennaio 2010


CONTOS

PRODUZIONE 2009

DEL BALLETTO DI SARDEGNA


Coreografie di

Guido Tuveri in collaborazione con gli artisti

Rossana Luisetti
Natalia Jimenez
Angel Zotes Ramos


Talvolta nella vita, accade di non accorgersi di essere schiacciati da grossi pesi. Quando se ne prende coscienza, liberarsene non è affatto facile. Il basalto e la trachite di Serrenti, utilizzati in scena, diventano metafora di questo peso.

Prossime repliche Teatro Civico di Serrenti:

15-16 aprile mattinèe ore 11.00
17 aprile mattinèe ore 11.00 serale ore 21.00
18 aprile serale ore 18.00








Angel Zotes Ramos

Rossana Luisetti





CONTOS narra di una storia vista con gli occhi di un forestiero che, smarritosi in una terra sconosciuta, incontra la diversità. L'uno, proiettato verso il cielo, l'altra ancorata alla terra.








Rossana Luisetti






Questo lavoro nasce dall'idea di integrare la danza professionale al lavoro espressivo del semplice cittadino, dalla rigorosità del ballo sardo alla danza contemporanea, dalle melodie della tradizione alla world music, dalla narrazione e la canzone al movimento.



CONTOS unisce quattro danzatori professionisti contemporanei, un cantante, quattro coppie di ballerini folk, e nove comuni cittadini che hanno deciso di affrontare il movimento introspettivo: Enrica Demontis, Iliana Frau, Teresa Furcas, Stefania Lecis, Laura Marras, Renato Matta, Serena Musio, Carla Serpi, Francesca Siddi.


Costumi: Salvatore Aresu
Musiche: autori vari

domenica 28 dicembre 2008


Commento di una spettatrice dell'11 dicembre 2008

Buongiorno! Ieri sera ho avuto il piacere di essere al teatro Parodidi Porto Torres per assistere al suo spettacolo Su muccadori de saSposa- per intenderci sono la ragazza che è scoppiata in lacrimequando Francesco e Salvatore sono venuti in mezzo al pubblico perparlare della loro storia. Mi sarebbe piaciuto parlarle delle mieimpressioni sullo spettacolo, ma forse ieri sera non ne sarei stata ingrado, nel senso che lo spettacolo era talmente ricco di spunti, checi ho dovuto riflettere un po' su per farmi un'idea un po' più"esplicabile". Ma, per il valore che può comunque avere l'opinione diuna spettatrice che fa e ama la danza -contemporanea- più di qualsiasialtra cosa, al di là dei risultati,volevo comunque esprimere le mieopinioni, perché voi ieri sera ci avete dato qualcosa, e io sento didoverlo fare, in un tentativo di risposta.Ma da dove iniziare?! Ci son così tante cose da dire!Inizierò con il parlare del pianto. Nella mia idea di danza, è moltointeressante il tentativo di stabilire un rapporto "diretto" con ilpubblico, renderlo partecipe, in qualche modo, talvolta provocandolo,talvolta rendendolo parte del mood di un pezzo. Ed è per questo che hoapprezzato molto l'inizio dello spettacolo, con Francesco e Salvatoreche parlano della loro storia, litigano tra loro perché i danzatorisono in quel momento Francesco e Salvatore. No, in realtà "apprezzato"è il verbo sbagliato, mi ha sconvolto, perché con le loro parole idanzatori han permesso al pubblico di entrare nella loro stessadimensione, e quando Salvatore ha affermato "io la amavo, e l'hostrangolata", guardandomi fissa negli occhi, non ho potuto fare a menodi piangere proprio perché mi son sentita parte di quella dimensione,e questo mi ha spiazzata. Letteralmente.Grazie per questo.La parte iniziale dello spettacolo, con la nenia e il contrasto tra lemani dei due personaggi maschili è molto interessante. Devo peròammettere che, per mio gusto personale, la scelta musicale molte voltenon mi ha convinto: soprattutto il brano iniziale di Yann Tiersen,tratto da Goodbye Lenin, diceva troppo: nel senso che grazie primaalle parole in platea, e poi alla scena iniziale, lo spettatore eragià immerso in quella sfera di emozioni empatiche verso la situazione,e sottolinearlo anche con una musica, che io ho percepito comedescrittiva, forse era un qualcosa in più che toglieva forza almomento. Ma mi rendo conto di quanto questa sia, a volte, una sceltalegata molto al gusto personale: io penso che ad esempio che la ninnananna da sola funzionasse benissimo, mi pare però che la ninna nannafosse dopo la traccia di Tiersen, vero? Comunque, quello che intendodire è che le vostre parole di prima bastavano a sottolinearel'atmosfera e son state più forti di qualsiasi musica.Mi è piaciuta molto la contrapposizione iniziale tra le due donne e idue uomini, individuati soltanto da due corridoi di luce: incredibilecome a volte la luce riesca da sola ad individuare una situazione,vero?! Comunque il contrasto tra i due gruppi era molto interessante,i movimenti secchi delle braccia femminili che tessono nel telaio incontrasto con la danza fluida e continua dei due uomini. Non so perchéquando le due donne facevano la "frase del velo in testa", ho pensatoche Maria Assunta facesse finta di averlo perché poi "su muccadori"gli sarebbe stato regalato dal suo innamorato. Forse perché dalle mieparti "su muncaloru" è quello che si mette in testa. Curioso. Comunquequesto tipo di linguaggio coreico è molto interessante, ed era benamalgamato con i video proiettati sulla guerra. Notevole anche ilpezzetto dopo la serenata, in cui dicevate "un pezzo mai udito prima"o qualcosa del genere, rompeva un po' un clima di tensione e forsequesto approccio può essere sviluppato in altri punti.Un altro punto che ho trovato riuscito è il duetto femminile, dopo lostupro. Le due alla fine per terra, una con le gambe chiuse, l'altracon le gambe aperte dallo stupro è un'immagine molto forte che mi èrimasta impressa, molto molto bella. E ancora di più l'espressione diFrancesco, in piedi, a metà tra riso e pianto. Francesco ha unosguardo negli occhi e un'espressione facciale talmente magnetica, dapoter rimanere anche immobile per tutto il pezzo e riuscire acatalizzare l'attenzione su di lui. Ma quando si muove, il movimento ètalmente interessante e sentito, da catalizzarla comunque. C'è moltaempatia tra i quattro personaggi, quello che colpisce è il fatto chevoi non siate mai usciti dalla parte, e questo era veramentetangibile. E si percepiva una particolare empatia tra Francesco eAntonia, sicuramente i danzatori più maturi, ma forse anche ipersonaggi più sfaccettati… La danzatrice che faceva la parte diAtonia mi ha colpito molto, a parte per la qualità, sulla quale benpoco c'è da aggiungere, proprio per il suo riuscire ad entrare nellaparte. Ad esempio mi ha colpito nella scena finale, quella della"vittoria" dell'amore, in cui, nonostante gli abbracci tra voi, leinon si scomponesse più di tanto: era molto coerente, ma ho trovatotutti e quattro i personaggi molto coerenti. Tra l'altro lei ha unavoce deliziosa, peccato non averla sentita di più, anche se devoammettere che forse uno dei punti di forza del personaggio era proprioquesto bisbigliare senza che il pubblico percepisse esattamente leparole, cosa che rende la figura molto enigmatica.Detto questo, una parte che non mi ha convinto molto è quella piùpropriamente "danzata": messo da parte sempre il mio gusto personale,che apprezza maggiormente un linguaggio coreico più simile alla parteche viene prima di questa, secondo me questa parte è un po' incoerentecon il resto del pezzo, sia a livello di "vocabolario" chemusicalmente. Prima di questo pezzo assistiamo a delle parti moltoricercate, in cui mi pare ogni gesto, sia esso minimo, è fortementemotivato, e in questa parte in cui i quattro danzatori sono impegnatiin una "coreografia" con delle modalità un po' più tradizionali sistacca un po' da quanto detto precedentemente. Non che non funzioni laparte, forse bisogna semplicemente un po' asciugarla e rendere piùchiaro il senso in cui si vuole sviluppare il rapporto tra i quattropersonaggi.È comunque difficile parlare di questo pezzo, perché, come lei haspiegato, mancavano le donne e il padre, che sicuramente danno unaforza corale e di significato al pezzo, difficilmente immaginabile, senon la si vede.Quello che ho cercato di dire in questa mail è che il pezzo è ricco dielementi che lo rendono un ottimo pezzo, e sono sicura che ci saràun'evoluzione, come sempre accade nei lavori intelligenti, comequesto. Se devo esprimere il mio parere, credo che il pubblico a voltesia più "recettivo" di quanto si pensi, e quindi non bisogna rivelaretroppo. Ad esempio, per me la scena, appena prima della fine, in cuiFrancesco chiude la mano di Salvatore che sta per sparare, avrebbepotuto essere un finale, una chiusura molto forte, perché lasciava unasospensione molto bella in chi osserva.Questi solo alcuni dei pensieri che mi sono venuti in mente: spero chelei abbia il tempo di leggerli e che sappia, comunque, che sonopensieri, e non giudizi, anzi proprio il contrario: sono andata viamolto felice ieri da teatro, felice di sapere che esiste una danza diqualità e di ricerca e persone in grado di sviluppare un'idea con unaregia chiaramente riconoscibile. Questo è così raro!! E con spuntinuovi anche per la propria personale idea di danza. Per questo, viringrazio molto, vi auguro davvero di continuare questa ricerca nelladanza, per noi innamorati di essa molto molto importante.

venerdì 28 novembre 2008

"SU MUCCADORI DE SA SPOSA"
andrà in scena al Piccolo Auditorium di piazza Dettori a Cagliari
Venerdì 5 Dicembre alle ore 21,00

E' una nuova produzione del Balletto di Sardegna che vede protagonisti Guido Tuveri, Rossana Luisetti, Ignazio Nurra, Valentina Puddu.

regia: Guido Tuveri
Coreografie: Guido Tuveri in collaborazione con Rossana Luisetti, Ignazio Nurra e Valentina Puddu.

mercoledì 4 giugno 2008